Effetti speciali: la vera novità del D-Cinema

Quando parliamo di cinema digitale, implicitamente ci stiamo riferendo ad un tipo di cinema che faccia largo uso dei cosiddetti effetti speciali. Oggi infatti, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e alla diffusione di nuovi software tra cui AVID e Final Cut, si parla più precisamente di grafica computerizzata e computer generated imagery (“immagini generate al computer” in italiano).

Diversamente da quanto si pensi, i “Visual Effects”( sì in inglese suona più figo) hanno origini lontane , o come direbbe il nostro caro George Lucas “A long time ago in a galaxy far, far away…”. Il primo effetto speciale storicamente accertato risale al 1895 quando un certo Alfred Clark mise in atto nel corso delle riprese di un suo lungometraggio una sorta di stop motion, ovvero una sovrapposizione di una serie di fotogrammi di un oggetto che viene ruotato o traslato diversamente ogni volta, dando l’impressione che questo si muova(Fonte:Wikipedia). Tuttavia dal 1895 ne è stata fatta di strada.

animal-locomotion-dog-running-stop-motion
Rappresentazione della corsa di un cane attraverso la tecnica cinematografica dello stop motion.
Fonte: Wikimedia

Fino a metà anni ’90 la maggior parte degli effetti speciali venivano realizzati a mano da veri e propri artigiani. Mentre dalla seconda metà del decennio con l’introduzione dei computer, l’universo degli effetti speciali venne nuovamente rivoluzionato. Dopo che le riprese sono giunte al loro termine, il film entra in fase di postproduzione nella quale tecnici del settore montano il filmato con software professionali capaci di ritoccare scena per scena. È possibile migliorare la luminosità del filmato, cambiare la vivacità dei colori, introdurre inserti scenografici creati appositamente al computer o semplicemente sistemare scene di cui il regista non è soddisfatto senza dover ripetere le riprese.

Questo video che vi propongo ora dimostra quanto un semplice computer possa modificare completamente una scena rendendola visivamente più accattivante e allo stesso tempo strabiliante.

Con la digitalizzazione dell’industria cinematografica i film hanno raggiunto un livello di realismo e spettacolarità senza pari, tanto da intrattenere milioni e milioni di spettatori, grandi e piccini. Siamo giunti a un punto in cui non esiste cinema senza tecnologia, un punto di non ritorno per gli amanti dell’analogico. E proprio per questo oramai chiunque può dilettarsi nella produzione di propri corto/lungometraggi, grazie solamente ad una videocamera e a un software di grafica sul proprio computer portatile. Questa “democratizzazione” del cinema non è ben vista da alcuni che, al contrario, ritengono il digitale il “MALE DEL CINEMA” perché, a lor dire, ora chiunque possegga una videocamera si autodefinisce un artista e si sente in obbligo di diffondere la propria arte.

E voi cosa ne pensate?

Matteo.

Lascia un commento